29 settembre 2010

sushi di sardine glassate di Angelo Parodi (ma la glassatura è mia!)

Allo scadere del tempo ci tengo a partecipare con una seconda ricetta al concorso Impiatta e scatta con Angelo Parodi.
Il sushi è un piatto che mi piace molto ricreare a casa, un pò perchè se uscissi a mangiarlo ogni volta che mi vien voglia a quest'ora vivrei sotto un ponte e un pò perchè ci vuole metodo e concentrazione e quindi è ottimo per quando si hanno troppi pensieri in testa e non ci si vuole pensare =)
Per ovvi motivi quando lo faccio a casa non uso mai pesce fresco, ma opto sempre per soluzioni comunque gustose: salmone affumicato, surimi, gamberoni sbollentati o tonno in scatola. Qualche giorno fa però, dovendo provare un nuovo ristorante giapponese vicino a casa ho scoperto la bonta degli hosomaki con anguilla e salmone fritti. Appena fatti avevano all'interno il pesce un pò agrodolce ancora caldo e la sensazione del riso con il croccantino del fritto è stupenda. Così mi è venuta in mente questa variante personalizzata.
Se non vi piace l'alga nori, o non avete voglia di fare i rotolini di sushi, potete sempre adagiare le sardine direttamente sul riso bianco e sono un buon piatto unico.
Questa volta ho fatto due tipi di rotolini: gli hosomaki, cioè quelli semplici con l'alga all'esterno, e gli uramaki, cioè quelli in primo piano con il riso all'esterno (era la prima volta che li facevo e si vede!)

per 18 rotolini
1 confezione di sardine Angelo Parodi
1/2 cetriolo
170 gr riso da sushi (o vialone nano)
250 ml acqua
salsa di soia
sake da cucina
mirin
condimento d'aceto per il riso
alga nori
semi di sesamo tostati

Tutti questi ingredienti si trovano ormai anche nei grandi supermercati, ma se avete vicino a casa un alimentari asiatico provate a chiedere perchè sicuramente risparmiate e le marche sono le stesse.
Prima di tutto lavate bene il riso finchè l'acqua di lavaggio non sarà trasparente, a questo punto se siete viziati come me versate riso e acqua nella ricecooker e lasciate che faccia tutto lei, altrimenti versateli in una pentola antiaderente e fate cuocere finchè l'acqua non è avaporata, ma senza alzare il coperchio. Siccome le tempistiche sono diverse a seconda delle pentole, la cosa più comoda in questo caso è usare un coperchio di vetro ; )
Una volta cotto il riso versatelo in una grande ciotola, meglio se di vetro o legno, conditelo con un cucchiaio abbondante di condimento d'aceto, mescolatelo bene e lasciate raffreddare.
Ora preparate il ripieno: sbucciate il cetriolo e tagliatelo in 6 parti per il lungo, devono venire dei bastonicini il più regolari possibile. Poi mettete in un padellino antiaderente le sardine Angelo Parodi scolandole leggermente cercando di non romperle e lasciate che si formi una bella crosticina sotto grazie all'olio di conservazione. Quando saranno croccanti giratele delicatamente e versate nella padella un cucchiaino di sake, lasciate evaporare l'alcool e aggiungete due cucchiaini di salsa di soia e due di mirin, che è un sake da cucina più zuccherino e conferisce la caramellatura. Quando i liquidi saranno asciutti togliete da fuoco e tagliate a filetti le sardine, da ognuna ricavate 4 filetti avendo cura di togliere la spina centrale.
Ora siamo pronti per assemblare il nostro sushi. Ora, siccome formare i rotolini è più difficile a spiegarlo che a farlo, vi consiglio di apprendere le tecniche di base da uno dei mille video su youtube tipo questo oppure questo o ancora questo e poi sperimentate, è come andare in bicicletta, ma c'è sempre un gran margine di miglioramente!
Quello che vi raccomando è di usare il vostro coltello migliore per tagliare i rotolini, dev'essere affilatissimo e ad ogni taglio bagnatelo leggermente così non rischiate che rimanga appiccicato al riso. Siate delicati e servite il vostro sushi con salsa di soia e se vi piace ginger o wasabi.

L'ultimo consiglio, se comprate anche il tonno Angelo Parodi conditelo con maionese, tabasco e cipollotto fresco e riempite dei rotolini anche con questo composto!

27 settembre 2010

insalata di spinacini con pesche e polpette


Prima che sia troppo tardi (dai, dai, concedetemi un'ultima pesca anche se siamo in autunno!) vi scrivo di questo piatto unico supergustoso-ma davvero nè?!- che risolve brillantemente il problema del pranza quando non si ha voglia di spignattare, ma solo di mangiare qualcosa di sfizioso.
Ecco gli ingredienti per 2:

150 gr salsiccia
1 cucchiaio cranberries disidratati
spinancini freschi
1 pesca noce
sale-olio-aceto balsamico

Nulla di più semplice: tagliuzzare finemente i mirtilli rossi e mescolarli alla carne della salsiccia (avendo eliminato quella che io ho sempre chiamato la buccia della salsiaccia). Formare delle palline piccoline e metterle su una teglia ricoperta di carta da forno, informare per 5-6 minuti. Si cuoceranno senza aggiunta di grassi e i mirtilli fondendosi doneranno un gustino agrodolce delizioso. Nel frattempo condite gli spinacini freschi con sale, olio e aceto balsamico. Tagliate la pesca a fettine e unitela all'insalata, concludete con le polpettine e gustate.

26 settembre 2010

torta e pesche


Domenica, tempo di postare un dolcetto. Questa torta è nata per far fuori due pesche un pò tristine ed è diventata subito una droga perchè le pesche si sciolgono che sembrano quasi crema.
Poche chiacchiere oggi, anche la ricetta è velocissima, solo vi consiglio, vista la cottura lunga, di mettere la teglia sopra alla placca da forno per evitare di sbruciacchiare il fondo come è successo a me =)

120 gr farina +lievito
75 gr zucchero
60 gr burro
latte qb

2 pesche noci
4-5 cucchiai vodka
25 gr zucchero di canna

Prima di tutto tagliate a fettine sottili le pesche e mettetele a marinare con la vodka.
Poi in una ciotola amalgamate burro e zucchero finchè non sono crema, aggiungete la farina e il latte necessario perchè l'impasto sia abbastanza cremoso (la consistenza è simile a quella degli impasti per maffin, per capirci). A questo punto rivestite uno stampo da cake con la carta da forno, versateci la base e livellatela. Disponete le pesche senza sovrapporle e cospargete il tutto con lo zucchero di canna. Cuocere a 180° per un'oretta, se si caramella troppo il sopra potete coprire a metà con carta da forno. Far raffreddare e assaggiare, se si resiste per almeno mezza giornata poi è ancora meglio!

21 settembre 2010

baozi decisamente fusion

In realtà io non ho mai ben capito la cucina fusion, cioè che senso ha? Perchè mischiare cose che non centrano nulla? Certo, poi magari il risultato dell'insieme è buono, ma non è meglio prima provare tutte le cucine locali pure e poi, forse, avendo provato tutto tutto, decidere di mischiare un pò? Perchè insomma le cose fusion fondamentalmente non hanno storia, è come una cucina mutilata...
Sì, ecco, facevo questi pensiere e poi cucino questi panini cinesi che di cinese non hanno nulla, e l'ho fatto così, d'istinto e sono venuti talmente buoni che pure la mia dolce metà, che non ama per nulla i sapori particolari, ha ammesso che erano buoni... Insomma capita che la cucina fusion abbia un senso, ecco.

I baozi sono panini cotti a vapore, in Cina e in Giappone dove li chiamano Nikuman li fanno sia vuoti che ripieni di varie cose.
Io avevo deciso di provare a farli perchè a Parigi, tra le altre cose, ho comprato un bel libro di cucina a vapore e in regalo davano due mini cestellini di bamboo per cuocere a vapore (ovviamente). [ un piccolo inciso: a Parigi era piena ogni libreria di questi libri con annessi accessori a tema per cucinare, un'agonia sceglierne uno solo! ] Insomma volevo provare i cestelli, perchè la ricetta mica viene dal libro... comunque ecco a voi, tutta farina del mio sacco (orgogliosa!!)

per 8 nikuman
200 gr farina con lievito
20 gr zucchero
circa 100 ml brodo dashi (o brodo normale, il dashi è più leggero di gusto)
1 cucchiaio olio evo
sale

5 shiitake
2 cipollotti
250 gr catalogna
4 capesante
1 cucchiaio salsa di soia
1 cucchiaio mirin
1 cucchiaio salsa di pesce

Preparate la pasta, mescolando alla farina autolievitante lo zucchero, l'olio, un pizzico di sale e il brodo dashi. Il dashi si può sostituire con il brodo di pesce, ma che non sia troppo concentrato.

Mettere la pasta da parte a riposare protetta da un canovaccio e preparare il ripieno.

Mettere a mollo gli shiitake, ovviamente si potrebbero sostituire con altri funghi, ma vi assicuro che la cane delle shiitake è qualcosa di unico e fa la differenza in questo ripieno. Pulire e bollire la catalogna. Una volta cotta, scolarla il più possibile, tagliazzarla in piccoli pezzi e strizzarla. Scottare le capesante il acqua bollente 2 minuti, oppure passarle al microonde, come ho fatto io, l'importante è che si cuciano un pò, poi tagliuzzarle finemente. Tritare i cipollotti e tagliare a striscioline sottili gli shiitake. Mescolate il tutto e condire con la salsa di soia, il mirin e la salsa di pesce.

Ora dividete l'impasto in otto parti uguali, tenete sempre coperti i pezzi che non usate. Prendete un pezzo alla volta e su una superficie infarinata stendetelo col mattarello a cerchio, poi tenete in una mano il disco di pasta, mettete nel centro una pallina di ripieno (abbondate pure) e richiudete in modo da formare una pallina. Qui un video che spiega bene come fare.

Cuocete a vapore per 10 minuti mettendo una foglia di verza sotto ai baoizi così che non si sfaldino. Fate attenzione a non metterne troppi alla volta perchè cuocendo lieviteranno!

16 settembre 2010

parigi val bene...un pò tutto


Di Parigi si potrebbe parlare per giorni e notti e, tra l'altro, continuando a pensare che sia la mia città, cioè è fatta per me, è difficile essere obiettivi o scriverne con un briciolo di senno. Quindi, per non tediarvi e per far si che questo post abbia un senso, cercherò di essere breve e concisa: solo ed esclusivamente informazioni utili.

Un paio di post qui sotto vi ho già raccontato la terribile avventura di viaggio, a ciò aggiungete l'arrivo sotto la pioggia nell'hotel più brutto che abbia mai visto... Sì, lo so che a Parigi è facile capitare in loculi senza ascensore, le scale storte e la moquette ovunque, ma almeno la muffa nella doccia preferirei evitarla... l'Hotel, giusto perchè non ci finiate anche voi, si chiama Baudelaire, si trova in zona Bastille e sui siti di booking mette foto decisamente menzognere...

Questa volta ci siamo fermati pochi giorni, la meta era il Festival Rock en Seine , tre giorni di pioggia in testa e musica nel cuore, per cui abbiamo avuto poco tempo per girovagare e goderci la città, che ormai conosciamo abbastanza.
Veniamo dunque alle cose da menzionare: la foto qui sopra ritrae il mio ristorantino preferito

Le monde des grillades

rue de Lappe 4
tel. 01 43 38 54 81
Metro Bastille

Il rapporto qualità-prezzo-pancia piena è il migliore in assoluto. Ci sono menù a partire da 16 euro anche la sera e il cibo è più che soddisfacente. Io ho scelto proprio il menù da sedici perchè aveva la zuppa di cipolle tra gli entree, zuppa un pò sciapa e liquida, ma non cattiva. Per secondo un bel piatto di anatra con tortino di patate burrose davvero buono e per finire un'onesta torta di mele. La specialità, come si capisce dal nome, è la carne grigliata su grossi spiedini. La mia dolce metà prese l'agnello: abbondante, tenero e succoso.
Personale cortese è la salvezza per chi, come noi, non naviga nell'oro, ma apprezza una cenetta tranquilla e buona. I tavoli son pochi, ma almeno c'è lo spazio per respirare.


Questo qui invece è il famoso

Chez Paul
rue de Charonne 13
contact@chezpaul.com
tel: 01 47 00 34 57

Ero curiosa proprio perchè ne avevo letto tanto in internet, ma mi ha un pò delusa. Forse abbiamo scelto la sera sbagliata, nel senso che ci siamo andati la prima sera ed eravamo così stanchi e arrabbiati che abbiamo mangiato solo perchè si deve. Inoltre come prezzi era un pò fuori dalla nostra portata, volendo fare una cena completa. Sul sito comunque si può vedere il menù completo, anche se i prezzi sono leggermente diversi e anche i piatti non sono aggiornatissimi, ma è utile per farsi un'idea.
Il cibo non era male comunque, ma nemmeno da ricordare, io presi un piece de boeuf (un pezzetto di filetto ) con patate e il mio ragazzo la confit de canard. Unica nota piacevole il crescione come contorno, buonissimo, non lo avevo mai assaggiato.
Alla fine, prendendo solo due piatti e la solita caraffa d'acqua gratuita, abbiamo speso 35 euro.

E per concludere, ecco le vere chicche del viaggio, dove, ahimè, ho sperparato denaro.

Komikku
rue des Petits-Champs 61
Tél: 01 40 20 93 44
Métro "PYRAMIDES" lignes 7 e 14

Un negozietto minuscolo dove ho lasciato il cuore (ha un muro intero allestito di accessori per i bento). Ho comprato qualche accessorio, ma i prezzi dei bento erano decisamente fuori portata, ma se uno lo sa in anticipo, e si porta i soldi, sono sicuramente abbordabili. Per intenderci sui 20 euro a bento.

E poi, scoperto quasi per caso

Marugen
33 rue des Petits Champs
01 47 03 90 27 Telephon

Anche questo un buco, con molti oggetti tradizionali giapponesi ed un tavolino al centro con qualche bento a prezzi bassi (7-8 euro). Io non ho resistito e mi sono concessa il porta onigiri dell'Urara blu. La scena comica era lui che cercava di spiegarmi in qualche ibrido di giappo-francese che serviva appunto per le famose polpette di riso e io, sfoggiando un sorrisone, lo guardo e esclamo: "Onigiri!" Che soddisfazioni... -_-'

La zona intorno è piena di ristorantini e negozietti giappici, consigliato solo per veri appassionati, altrimenti fate come me: all'inizio di Petit Champs c'è uno Starbucks dove parcheggiare i fidanzati.

13 settembre 2010

teriyaki mon amour

Durante le vacanze mi sono concessa una lettura leggera, diciamo pure che chiedendo aiuto in libreria mi sono vergognata un pò... ma era tutta una cosa nella mia testa, non c'è nulla di male a comprare:
"Sempre giovani e magre. I segreti in cucina delle donne giapponesi."
di Naomi Moriyama e William Doyle - 2009 - Trenta Editore

Non c'è nulla di male, ma entravano in gioco una serie di pudori e fisime che era un pò come guardare il commesso e ammettere che sono una donna terribilmente complessata... comunque, superato ciò, ho letto il libro. Prima di tutto perchè costa abbastanza poco da accettare il rischio che sia una cretinata e poi perchè sono stufa dei libri sulla cucina giapponese che parlano solo di sushi. Effettivamente il libro è una cretinata, nel senso che essendo scritto da una giapponese trapiantata in America, per il pubblico americano, incarna proprio la filosofia di vendita d'oltre oceano: concetti ripetuti mille volte ed entusiasmo falso, come i venditori delle televendite ecco.
Superando questo ostacolo si possono leggere aneddoti interessanti sulla cultura culinaria giapponese e approfittare delle 35 ricette casalinghe ben raccontate.

Tra queste ricette non poteva mancare la salsa teriyaki, ottima per carne e pesce e decisamente uno dei sapori che preferisco nella cucina orientale.



Pollo yakitori per 2

6 sovracosce di pollo
3 cipollotti freschi
15 spiedini di bamboo
2 cucchiai sake
4 cucchiai salsa di soia

per la salsa:
50 ml mirin
2 cucchiai salsa di soia
1 cucchiaino di zucchero

Disossare le sovracosce, togliere il grasso in eccesso e tagliare la carne in cubetti il più possibile regolari. Mettere la carne a marinare nel sake misto alla salsa di soia.
Nel frattempo mettete gli spiedini di bamboo in acqua per almeno 20 minuti, si eviterà la rottura durante la cottura.
Mescolate gli ingredienti per la salsa finchè lo zucchero non si scioglie.
Scaldate la griglia (o una padella antiaderente) e preparate gli spiedini alternando pezzi di carne con i gambi dei cipollotti.
Mettete gli spiedini sulla griglia e coprite con un foglio di carta d'alluminio, cuocete un minuto per lato, poi spennellate di salsa teriyaki entrambi i lati. Ripetete l'operazione un paio di volte avendo sempre cura di rimettere la carta d'alluminio così che la cane risulti morbidissima dopo.
Se avanza della salsa, una volta cotti tutti gli spiedini, si può scaldare e portare in tavola.

Portati in tavola bollenti ed accompaganti da una ciotola di riso bianco, per me, rasentano la perfezione!

10 settembre 2010

dolcezza a go go!

Oggi niente ricetta e poche parole.
Dopo l'ultimo post lungo e con sfogo iniziale...eh eh scusate... oggi parliamo di cose leggere e allegre. Come vedrete dalla fotografia ho fatto i macaron e sono riusciti!!

Non metterò nessuna ricetta perchè è stato un esperimento bello e buono, senza particolari sapori o ganache, più che altro una sfida con me stessa. E sono venuti! Li ho riempiti di semplice marmellata, ma poco importa. Mi sono ripromessa di farli per davvero di nuovo, non so bene quando, ma arriverà un giorno adatto, prima o poi. Quindi abbiate pazienza che prima o poi arriverà il mio fondamentale contributo alle innumerevoli ricette di macaron che infestano la rete, ahahaha.

L'altra notizia è che presto sarà il blog-compleanno di Imma di Dolci a go go! e ha deciso di organizzare un blog candy per festeggiare assieme ai suoi sostenitori.
Il regolamento è semplice (cliccate sul bannerino qui sotto e lo trovate) e festeggiare con lei è d'obbligo!


Buon inizio di weekend a tutti!

8 settembre 2010

barcelona low cost



Come sempre settembre si conferma un mese incasinato, ho mille cose da fare tra cui essere la madrina di battesimo della cuginetta e un matrimonio. Devo cercare lavoro perchè di nuovo disoccupata. Devo occuparmi della casa che fa i capricci e di brutte sorprese come lo scoprire che il giochetto che fece l'ultimo elettricista per farci funzionare le piastre altro non era che togliere la messa a terra ed era per questo che mi son presa più di una scossa (e di quelle forti... vorrei strozzarlo, non ci aveva mica detto niente lui...). In più si è rotto il fornetto e pure la macchinetta del caffè... insomma la fortuna di qui non passa...

In tutto questo casino mi spiace molto non scrivere sul blog anche perchè nei vostri blog si trovano descrizioni delle vacanze così belle, foto evocative, consigli adorabili e io ci tenevo a condividere quel poco che ho scoperto!

Prima tappa dunque: Barcelona!
Una città davvero sorprendente. Siamo partiti in traghetto, NON FATELO, e vi risparmio la brutta avventura che abbiamo sopportato sia all'andata che al ritorno, quindi seguite il consiglio. Siamo partiti però anche senza aver bene in mente cosa aspettarci, io preferisco sempre non informarmi troppo in anticipo, tanto le cose famose di Barcellona le si conoscono tutti. In cinque giorni si riesce a vedere praticamente tutto e se si sceglie un hotel in posizione comoda come il nostro non serve nemmeno usare i mezzi pubblici, camminare fa bene e si gode di più la città.

Il nostro hotel appunto era il The Praktik un vero gioiellino, certo è low cost, quindi mancano certe accortezze, ma da solo il letto ENORME ti fa amare la stanza che comunque è piccolina, a causa del letto ENORME, e decisamente minimal, non c'è manco l'armadio, ma insomma per due giovani rampanti (?!) va benissimo e la posizione è ottima. Tra l'altro c'è anche una bella terrazza interna dove il pomeriggio il sole batte bene, testato =) e il wifi gratuito in camera!

Della città abbiamo capito che la parte caotica e famosa (leggi Rambla e Barrio Gotico) non faceva per noi, abbio preferito le zone più residenziale e belle, perchè è una città abbastanza curata e pulita e davvero bella da vivere. Tra l'altro consiglio la terza settimana di agosto perchè c'è la Festa Major de Gracia una festa di quartiere stupenda per cui gli abitanti addobbano i vicoletti e ci sono concertini delle piazze...insomma ci siamo stati due sere perchè è davvero bello.

Nella foto sopra molti avranno riconosciuto La Boqueria, il mercato più famoso, dove ho lasciato il cuore e me lo sogno la notte, con quelle verdure e quella frutta e quel pesce, lo voglio!

Il primo ristorante consigliato è proprio a Gracia, era consigliato dalla guida e ci è andata molto bene, siamo usciti sazi, anche troppo =)

Chido One

Torrijos 30-Barrio de Gracia-Barcelona
Tel. 0034 932850335
reservas@chidoone.es
info@chidoone.es

Un ristorante messicano minuscolo, saranno stati 20 coperti, arredato con tanti oggettini alle pareti, senza risultare però troppo pieno, ma folcloristico e piacevole.

Servizio veloce e cordiale. Come antipasto abbiamo diviso una porzione di Nachos chidos con due margaritas deliziose. Poi la mia dolce metà ha sperimentato ordinando la Enchilada Santa Rosa, con salsa di cioccolato, frutta secca e pollo. Ed era gustosissima e per nulla fuori luogo l'abbinamento, però un bel pò pesantuccio!! Io invece ho preso una più classica Enchilada verde, sempre con pollo e salsa verde, un pò piccante, ma ben equilibrata. Il tutto accompagnato da un bianco scadentino. In tutto abbiamo speso una cinquantina d'euro!


Un'altra sera invece dopo aver trovato chiuso il ristorante di pesce di cui avevo letto ottime recensioni, dopo vario girovagare in zona mare dove tutto ci sembrava troppo turistico, abbiamo dato di nuovo retta alla guida, ma non è andata ugualmente bene.

Can Ramonet

Maquinista 17 - tel. 93 319 30 64

Si spaccia per la taverna più antica del porto, sulla guida menzionavano una terrazza, che non esiste. Dentro è carino, con le botti al posto dei tavoli, ma ci si può stare sole se si mangiano solo tapas. Noi siamo stati fuori. Servizio veloce e gentile. Abbiamo optato per delle crocchette di prosciutto crudo io e della salsiccia con cannellini l'orso. E poi una paella di pesce per due. Il tutto con vino bevibile e acqua. Niente di cattivo, ma nemmeno di buono. Porzioni essenziali, ma sfamanti, ecco. Costo totale 66,55 euro...sigh

Ed infine la perla! Si perchè questa è la chicca della vacanza, il posto che vorresti sotto casa o il posto che si spera sempre di trovare perchè trasuda l'anima della città.

Taverna La Llesca

C/ Terol 6 - tel. 93 285 02 46

Sempre nel quartiere di Gracia, il locale è rustico a dir poco, ma arredato con bellissime radio d'epoca, anche se si finisce per guardarsi poco attorno e molto nel piatto. Abbiamo dovuto attendere un pò per avere un tavolo, ma ne valeva la pena. La cucina è tipica catalana, in particolare cucinano la llesca che altro non è che la bruschetta. Noi ne abbiamo ordinate due per antipasto. Poi abbiamo scelto il piatto forte della casa: spiedino speziato d'agnello con contorno di patate arrostite. Poi, non sazi ci siamo presi altre due bruschetti al salame ed a una cosa strana tipo salame spalmabile buonissimo. Il tutto annaffiato da 2 bottiglie di vino rosè della casa. Infine i dolci: crema catalana e torta al formaggio. Tutto WOOOW gustoso e genuino, non ci bastava mai e i camerieri ci guardavano ridendo da quanto abbiamo mangiato perchè comunque le bruschette son belle grandine, ma il vino aiutava decisamente. Il tutto alla modica cifra di 59,20 euro!!!

E così possiamo dire Barcellona è bella e ci si vive bene, basta evitare le varie catene low cost a buffet, noi abbiamo provato Lactuca, ma è decisamente un NO.

2 settembre 2010

bento da viaggio e qualche anticipazione

Eccomi qui, ritornata all'ovile stanca più di prima e con tanta voglia di riprendere la mia routine culinaria...

Oggi vi mostro il bento che mi ero preparata per il viaggio in treno verso Parigi. Per chi non lo sapesse il bento è la versione giapponese del nostro pranzo al sacco, la schiscetta, come direbbero i milanesi, o il lunch box all'americana. I giapponesi però hanno un rapporto col cibo un pò diverso rispetto a noi e stanno molto attenti ad assumere la giusta quantità di carboidrati-proteine-vitamine in ogni pasto. In ogni bento dunque (in giappone si trovano già pronti anche nei supermercati) sono previsti carboidrati, solitamente riso, proteine, carne, pesce o tofu, e verdura e frutta in un rapporto 4:2:1.

Nel mio caso ho abbondato probabilmente un pò con le proteine, ma dovevo finire gli ultimi rimasugli rimasti in frigo prima di partire.
Il bento è il primo che comprai su e-bay, me ne ero innamorata subito: un mega hamburgher con stitch sul lato e borsina coordinata. Ha tre piani, di cui uno davvero piccolo in cui di solito metto le posate e al massimo dei cracker o simili, ma comunque resta molto spazioso rispetto i bento tradizionali.

Come vi dicevo avevo preparato questo bento da mangiare sul treno per Parigi, dovevamo partire alle 6.40 e arrivare alle 14 a Gare de Lyon. Una volta arrivati in stazione abbiamo scoperto che il treno era cancellato, ci hanno caricati su un pulman del 15-18, scomodo come pochi, e ci ha scarrozzati per le varie fermate che avrebbe dovuto fare il treno... alla fine all'alba delle 15.30 siamo arrivati a Lione, dove alle 16 abbiamo preso un Tgv per Parigi dove stanchi, arrabbiati e a pezzi e incazzati neri siamo arrivati alle 18 con una bella pioggia ad accoglierci...
Mi fermo qui, anche perchè a parole non si può descrivere il disagio e l'arrabbiatura, e poi il resto ve lo racconterò un altro giorno con recensioni di ristoranti e negozi wow.

Per ora mi limito a dirvi il contenuto del mio bentino:
ripiano superiore
-riso con furikake* al salmone
- pomodorini

*furikake= mix di alghe ed aromi per insaporire il riso, esiste a vari gusti

ripiano inferiore
- trota con salsa da okonomiyaki* e sesamo
- spinacini freschi
- zucchine grigliate
- petto di tacchino ripieno con un uovo (ho messo in un pirottino il petto di tacchino e ci ho rotto dentro un uovo, poi ho cotto in forno =)

*salsa buonissima che metto ovunque, ma non so mica cosa ci sia dentro...eheh